“L’origine è la meta” Karl Kraus
L’energia che sviluppa la coppia di Cancro e Capricorno riguarda l’origine e la mèta. La casa come luogo in cui abbiamo le nostre radici e “l’altrove”, fuori di casa, anche il lavoro, come luogo dove ci realizziamo nella vita. Corrispondono rispettivamente alle case astrologiche 4° e 10°, in cui ognuno di noi può vedere sotto che segno si è sviluppata la propria infanzia e sotto che segno si svilupperà la propria “realizzazione”. Così Cancro e Capricorno- uno affettuoso, che “cura”; l’altro austero che costituisce la spina dorsale – sono i due opposti complementari di un grande albero: che lavora con le sue radici nel nascosto della terra e contemporaneamente stende i rami fino a toccare ambiziosamente il cielo.
Il Cancro ama prendersi carico delle sofferenze altrui, lenisce, consola, piange. Se hai delle ferite da curare vai da lui, ti coccolerà e ti capirà fino in fondo, come nessuno mai. Poi quando guarisci e stai bene e non lo chiami più si offende a morte, quindi ricordati di telefonargli ogni tanto. Il Cancro ha le antenne, ha una sensibilità psichica (come tutti i segni d’acqua) che gli permette di percepire subito una situazione a livello emotivo, il clima umano, le correnti spiritiche in un luogo anche appena conosciuto. È un’altra immagine della madre, a differenza del Toro- che è una madre che nutre e si occupa degli aspetti materiali dell’accudimento- il Cancro cura l’anima, la psiche. Il materno, il passato, la nostalgia, sono il suo terreno. Marcel Proust con la “Recherche” dà l’idea di questo rimuginare nel passato senza limiti. Non è un segno facile da portarsi perché ha per destino il passaggio attraverso il Karma genitoriale e materno in particolare; è facile a nevrosi, a profonde crisi di adattamento perché i suoi bisogni rimangono fissati a livelli infantili. Inoltre il mondo reale è veramente “troppo” per lui, a volte orribile e problematico, e proprio come un crostaceo sogna la sua vita attaccato al sasso protettivo se non gli viene concesso di vivere i suoi sogni e il suo mondo onirico così lontano dalla realtà concreta. Giorgio de Chirico realizzò nelle tele la sua immaginazione surreale e mostra come questo segno viva interamente il sortilegio della notte. Franz Kafka e le sue invenzioni fantastiche in cui l’uomo subisce metamorfosi svegliandosi come un enorme scarafaggio o viene fagocitato da grandi edifici, strutture, processi che lo intrappolano angosciosamente, come in un sogno. Leopardi e il rapporto controverso con la sua famiglia, la sua ipersensibilità e il suo corpo come un’armatura poco avvenente, che teneva lontano le persone, per proteggersi.
Spesso nel Cancro il corpo diventa uno strano contenitore, una corazza, una protezione che vuole sviare dalla delicatissima realtà interiore che contiene l’individuo. Sylvester Stallone è del Cancro, con i suoi muscolosi Rambo e Rocky, che dal ring però, non rinuncia a chiamare Adrianaaaaa. Poi Mike Tyson, Tom Cruise… uomini che probabilmente sono rimasti spiazzati dalla loro ipersensibilità e hanno ripiegato nel machismo, un maschile teatralizzato.
Come i segni d’acqua, il Cancro possiede un grande gusto estetico, una finezza nel comprendere e nel fare le cose che non hanno uguali. Probabilmente questo è legato al fatto che le persone e le relazioni per lui sono tutto: sono infatti suscettibili ai giudizi, si offendono alle critiche, ma quando si sentono apprezzati vi consegnano il loro cuore in mano, poiché per loro l’amore ed essere nella vostra sfera affettiva, è quanto ci sia di più importante nella vita.
Il Capricorno è rappresentato metà stambecco o capra, e metà pesce. La parte inferiore del suo corpo ha le squame e una coda, come quei mostri marini della mitologia greca. È un po’ come essere vestiti dal busto in su da scalatori e dall’ombelico in giù con il costume e le pinne. In realtà la faccenda è piuttosto complessa e sarebbe meglio spiegarla, che tanto un Capricorno non lo conoscerete mai veramente bene, anche se ve lo sposate. I manuali astrologici ci insegnano che questo segno è un tipo silenzioso, introverso, cupo a volte, austero, ambizioso, dedito al lavoro. Bene. È tutto vero, vi rassicuro. È vera l’ambizione del capricorno, che si fonda sul lavoro duro, è l’ambizione della posizione sociale, come tutti i segni di terra e del potere, del possesso, dell’autorità. Ma quando un Capricorno è evoluto non si ammazza di lavoro per ottenere questi “piaceri” che sono destinati a finire, ma lo fa per un senso collettivo, per la sua famiglia, la sua cerchia, il suo paese, l’umanità, comunque non per sé. Esso conosce il suo destino da sempre, spesso infatti già da bambino questo segno è serio e composto, l’infanzia non è il suo periodo preferito; probabilmente si preoccuperà già per sua madre e per suo padre. Il Capricorno è pur sempre mezzo capro, che – oltre ad avere in sé l’immagine del capro demoniaco, tipica raffigurazione del male- è anche capro espiatorio, quello che si carica dell’oscurità della collettività per espiarla. Quindi la faticosa salita alla vetta del nostro stambecco (ancora una volta la “vetta” è un’immagine sacra dell’elevazione spirituale) finisce con un portentoso tuffo nel mare della coscienza collettiva, dell’immensità trascendente che ci attende. Spesso la vita del Capricorno è divisa in due parti nette, una di grande lavoro e durezza e l’altra in cui si ammorbidisce e scopre che il suo lavoro non è per sé stesso, ma per tutti. Questo segno non dimostra molta empatia e affetto, è un segno da eremita e da chirurgo. Immaginate se un chirurgo provi compassione per voi mentre vi sta operando o si faccia impressionare o schifare dal corpo o dal sangue! Il Capricorno ha un rapporto perfetto con il corpo, perché ne ha confidenza e non ha patetici pudori, ma un approccio pragmatico, realistico. Quindi non chiedete di farvi regalare le rose da un Capricorno, piuttosto avrete affidabilità e non pretendete una comunicazione tradizionale piena di parole, perché forse se vi sintonizzate sui suoi silenzi scoprirete cose più interessanti dei bei discorsi.
J.d. Salinger, lo scrittore de “il giovane Holden” era del Capricorno. Prendiamo il “giovane “Holden: Ha i capelli grigi nonostante i suoi sedici anni, non riesce ad inserirsi nell’ambiente, scappa da un posto all’altro trovando ostilità o situazioni equivoche, decide di fuggire dalla società e di isolarsi. In questo bellissimo romanzo abbiamo un perturbato adolescente- giovane fuori ma vecchio dentro-chiuso in sé stesso, dall’intelligenza superiore che è incapace ad avere relazioni armoniose. A volte quando i nostri obiettivi interiori sono molto alti, fanno fatica a trovare spazio nell’ordinario. Non crediate che Salinger fosse diverso. Era considerato un misantropo e in cinquant’anni ha rilasciato pochissime interviste, ha avuto tre mogli che lo hanno lasciato e hanno parlato malissimo di lui, dicendo che era egoista e autoritario.
Una delle accuse più frequenti che si fanno al Capricorno è di essere egoista. Lo sembra, lo sarà pure, il suo atteggiamento ostinato sembra rivelare un’incapacità di dare, di donarsi, ma leggete bene le righe, ci sono alcuni sacrifici profondi e non evidenti, tipo la rinuncia di sé, che devono avvenire nell’oscurità dell’anima, come un seme nella terra, i cui frutti si raccoglieranno molto dopo.
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