Prendersi cura, oggi

Prendersi cura, oggi

Possiamo pensare  che coloro che  si occupano di “cura” siano persone particolarmente predisposte a farlo e che – tramite la loro professione – perseguano la loro tendenza naturale. Medici, infermieri, psicologi, assistenti sanitari di vario tipo e counselor, mettiamoci dentro anche religiosi, operatori olistici ecc. Tuttavia avere cura degli altri non è un’attività relegata a figure professionali precise o alle donne in generale, solo perché più si trovano in situazioni di accudimento; occorre rendersi conto a livello globale,  che avere cura dev’essere il primo comandamento da ripristinare in questa società che presenta alti livelli di violenza, sfruttamento e atteggiamenti narcisistici che portano all’alienazione.

L’antica filosofia greca da Platone in poi,  ha concluso che l’essenza della condizione umana è che gli uomini sono abbandonati dalla cura dagli dèi e che quindi spetta agli uomini di prendersi cura di sé e degli altri. È una questione di sopravvivenza. Non abbiamo sovranità sulla nostra vita. Non sappiamo esattamente da dove veniamo e dove andremo dopo la morte e nel frattempo ci troviamo in questa parentesi terrestre, in cui dalla nostra nascita fino ai 7 anni abbiamo bisogno di essere accuditi. E anche quando diventiamo autonomi per la sopravvivenza, abbiamo bisogno degli altri per crescere, per raggiungere l’immagine completa di noi stessi, la forma integrata del nostro destino qui sulla Terra.

Abbiamo bisogno di essere amati, visti, approvati, abbiamo bisogno che l’altro ci faccia nascere una seconda volta, spiritualmente, e che ci aiuti a trovare la via della nostra trascendenza.

Come ci ha insegnato Carl Roger, l’approccio del counselor umanista è un pò diverso da quello scientifico e teorico dello psicologo o psicoterapeuta tradizionale freudiano, nel senso che il counseling mette al centro la persona, fiduciando nelle sue potenzialità intrinseche di risveglio e di fioritura, se giustamente stimolate. L’uomo non è solo un coacervo di pulsioni e istinti repressi, un animale condizionato, da sistemare, grazie al potere e alla bravura del terapeuta. L’uomo è un’anima, un’anima delicata, che ha bisogno di cura, di ascolto, di ispirazione e di trascendenza.

La cura oggi è un’urgenza in un mondo che dà segnali preoccupanti di malattia non solo fisica. È una predisposizione e un’attività non solo a carico delle categorie specializzate, ma di tutti, uomini, donne e tutta la popolazione per reimparare valori che non sono più tanto in auge come: la generosità, l’azione disinteressata e il sacrificio.

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